Come investire in ETF: guida per principianti

Come investire in ETF: guida per principianti

Investire in ETF (Exchange-Traded Funds) è una scelta sempre più comune. I fondi a gestione passiva offrono tutti i vantaggi che un investitore può cercare: costi molto bassi, un mercato estremamente liquido e la possibilità di diversificare facilmente il proprio portafoglio. Interessante anche la quantità di strumenti, dalle obbligazioni alle azioni, ai quali si può ottenere esposizione attraverso gli ETF.

Prima di iniziare a investire in questi fondi, è importante conoscerne le caratteristiche. In questa guida vedremo tutti i pro e contro degli ETF e scopriremo i broker più convenienti per comprarne le quote in un modo facile e conveniente. Oggi, infatti, esistono servizi come eToro che permettono addirittura di investire su centinaia di questi fondi senza pagare nemmeno un centesimo in commissioni.

guida completa per investire in ETF
Gli ETF sono fondi a gestione solitamente passiva, che replicano un indice e sono quotati in Borsa

Cosa sono gli ETF?

Gli ETF sono fondi d’investimento quotati in Borsa.1 Vengono spesso confusi con i fondi comuni d’investimento, quelli che normalmente banche e assicurazioni propongono ai loro clienti. In realtà ci sono profonde differenze tra queste due tipologie di asset, con gli ETF che stanno diventando sempre più importanti per quota di mercato e numero di investitori.

La caratteristica principale degli ETF è proprio il fatto che ognuno di questi sia quotato su almeno una Borsa Valori. Questo significa che in ogni momento è possibile comprare e vendere le quote sul mercato, mentre le quote dei fondi comuni hanno un mercato ben poco liquido. Inoltre si può conoscere in tempo reale il valore delle proprie quote, mentre per un fondo comune è necessario attendere la pubblicazione del NAV alla fine di ogni giornata di Borsa.

Altra differenza estremamente importante è il tipo di gestione. Un fondo comune ha dei gestori che comprano e vendono asset con la speranza di battere il mercato. Gli ETF, invece, si limitano a replicare un indice di Borsa: ci sono indici che replicano il FTSE MIB, il Nasdaq 100, lo S&P 500 e così via. Ci sono anche ETF che replicano indici di obbligazioni e persino alcuni che offrono esposizione al mercato delle materie prime.

Da ultimo, è importante sapere che ogni ETF ha una sua politica su cedole e dividendi. Gli ETF ad accumulo reinvestono automaticamente i flussi di cassa nel fondo, mentre gli ETF a distribuzione trasferiscono i proventi agli investitori. Ognuno di questi fondi ha anche una sua valuta, per cui sono utili anche per ripararsi dalle oscillazioni del mercato dei cambi.

Investire in ETF conviene?

Premesso che ogni investitore ha i suoi obiettivi e le sue esigenze, in linea generale possiamo dire che gli ETF siano molto convenienti. Ognuno di questi fondi offre esposizione a vari strumenti finanziari, che possono essere addirittura migliaia. Replicare questi portafogli con il proprio capitale richiederebbe centinaia di migliaia o milioni di euro per poter bilanciare equamente il peso di ogni asset, mentre comprando la quota di un fondo a gestione passiva si ottiene la stessa esposizione investendo poche decine di euro.

Altro punto molto importante da tenere a mente sono i costi. Di solito un fondo comune d’investimento prevede costi del 2-3% annuo, mentre un ETF medio ha costi nell’ordine dello 0,15-0,35%. In primis perché la raccolta di questi fondi è maggiore, per cui non devono essere necessariamente così cari per gli investitori; ancora più importante, questi fondi hanno bisogno di una gestione molto più facile. Anziché cercare di fare trading con il patrimonio investito nel fondo, i gestori devono limitarsi a replicare un indice di Borsa. Esistono anche ETF a gestione attiva, ma sono molto rari.

Può sembrare una differenza marginale, ma questa riduzione dei costi ha un effetto molto importante sul lungo termine. Ipotizzando di investire 100.000€ su un fondo che ottiene un rendimento lordo del 9% per 20 anni, si otterrebbero:

  • 530.000€ se il fondo ha un costo annuo dello 0,3%, tipico degli ETF;
  • 320.000€ se il fondo ha costi del 3% annuo, come invece è tipico dei fondi comuni.

Uno scarto enorme tra prodotti finanziari che hanno lo stesso rendimento lordo. Per questo è molto importante valutare con attenzione i costi dei fondi, e per questo gli ETF risultano più convenienti dei fondi comuni. Questo concetto è ulteriormente rafforzato dal fatto che eToro permette di investire in ETF senza commissioni, per cui anche nel momento dell’acquisto delle quote non si paga niente.

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Quando non conviene investire in ETF?

Considerando che il mondo degli ETF è estremamente ampio, è difficile che un investitore non riesca a trovare alcuni di questi fondi adatti alla propria strategia. Detto questo, sicuramente gli ETF sono poco convenienti per chi intende fare stock picking e scegliere singolarmente gli strumenti su cui investire. I fondi nascono per essere strumenti molto diversificati, per cui ci portano a investire anche su asset che magari non compreremmo singolarmente.

Un altro caso è quello in cui si voglia ottenere esposizione al mondo delle criptovalute o altre asset class non quotate in Borsa. Esistono degli ETF tematici che tentano di replicare degli indici sul mondo crypto, ma di fatto per ora rimane un’esposizione molto indiretta. Sarebbe più facile utilizzare direttamente XTB -qui il sito- per investire direttamente su questi strumenti, in totale sicurezza e con costi per altro minimi.

Da ultimo, è importante ricordare che si può ottenere un leggero risparmio di costi impostando in proprio una replica passiva degli indici finanziari. Anziché comprare direttamente la quota di un fondo, si potrebbe ricostruire la sua allocazione da soli comprando tutti i vari strumenti che la compongono. Anche se questa sarebbe effettivamente una strategia utile per risparmiare qualcosina in commissioni, ha senso solo per chi ha patrimoni molto grandi. Per chi non ha almeno uno o due milioni di euro investiti in ETF, il risparmio sarebbe minimo e in parte annullato dai costi necessari per comprare i vari strumenti che il fondo contiene.

perché gli ETF convengono
La quotazione in Borsa è un vantaggio importante per gli investitori che partecipano a questi fondi

Tipologie di ETF

Gli ETF non sono tutti uguali. Ci sono ormai migliaia di fondi quotati in Borsa, ognuno con caratteristiche leggermente diverse. La prima distinzione che possiamo praticare è basata sul tipo di asset che il fondo detiene. In base a questo distinguiamo fondi:

  • Azionari – Investono solo in azioni;
  • Obbligazionari – Investono solo in obbligazioni;
  • Misti – Hanno una percentuale di azioni e una percentuale di obbligazioni.
  • Commodity – ETF che investono tutto o gran parte del loro patrimonio in materie prime.

Un’altra distinzione importante riguarda la destinazione di cedole e dividendi. Questa variabile ci permette di distinguere tra ETF:

  • Ad accumulo – Reinvestono automaticamente dividendi e cedole all’interno del fondo, in modo da aiutare gli investitori ad approfittare della capitalizzazione composta;
  • A distribuzione – Distribuiscono dividendi e cedole agli investitori, e sono più adatti a chi cerca di ottenere una rendita dalla propria quota.

In base al tipo di operazioni condotte dal fondo possiamo poi distinguere tra:

  • Long – Fondi che investono sul rialzo degli strumenti finanziari, comprandoli per poi venderli in un secondo momento;
  • Short – Fondi che investono sul ribasso degli strumenti del loro indice di riferimento, vendendoli allo scoperto.

Abbiamo poi diverse tipologie di ETF in base al tipo di indice che viene replicato:

  • Internazionali – L’indice che il fondo replica contiene strumenti finanziari di varie nazioni o addirittura tutto il mondo (es. MSCI World Index);
  • Nazionali – L’indice di riferimento contiene strumenti di una singola nazione (es. S&P 500);
  • Settoriali – Il fondo replica un indice che contiene strumenti appartenenti a uno stesso settore economico, indipendentemente dalla nazione (es. NASDAQ Clean Edge Green Energy Index).

Dove investire in ETF

Dal momento che gli ETF sono quotati in Borsa, si può investire su questi strumenti utilizzando qualunque broker regolamentato. Potresti, ad esempio, rivolgerti alla tua banca: da Fineco a Widiba, ormai quasi tutte le banche italiane offrono il servizio di brokeraggio e trading online. Il problema di questi servizi è che solitamente hanno costi molto alti se paragonati con i broker specializzati solo in trading online.

Un esempio di broker specializzato in trading online è eToro. Si tratta di un servizio molto utilizzato per comprare e vendere ETF, soprattutto perché su centinaia di fondi questo broker offre una politica di zero commissioni. Significa che è possibile investire su questi fondi un numero illimitato di volte, con una quantità illimitata di capitale, senza sborsare nemmeno un centesimo in costi di intermediazione.

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Affinché un broker si possa ritenere sicuro è importante che sia autorizzato da Consob e abbia una licenza per i servizi di brokeraggio ottenuta in Italia o in una nazione dello Spazio Economico Europeo. Oltre alla sicurezza del servizio, è importante valutare anche il resto dell’esperienza. Elementi importanti sono la facilità di utilizzo, la completezza della piattaforma, la quantità di ETF negoziabili e i costi di intermediazione.

I broker più consigliati dalla nostra redazione per investire in ETF sono:

Come investire in fondi passivi

Per quanto riguarda le strategie con cui investire in ETF, solitamente questi strumenti sono ideali per il buy & hold. Proprio il fatto di essere strumenti così diversificati e quasi sempre privi di leva finanziaria li rende più adatti a questo tipo di investimento. Difficilmente li si utilizza per fare trading speculativo, anche se teoricamente è possibile comprarli in leva e adattarli alle logiche del trading intraday.

Il motivo principale per investire in ETF è quello di esporsi all’andamento di lungo termine di strumenti che sono destinati a crescere o produrre flussi di cassa. Dal momento che nel patrimonio del fondo sono presenti vari strumenti, ognuno con il suo andamento, la volatilità tende a essere contenuta. Nel corso del tempo, questi strumenti si sono rivelati assolutamente ottimi investimenti. Quantomeno se ci concentriamo sugli ETF che tracciano gli indici principali, come lo S&P 500, la loro performance è stata mediamente superiore ai fondi comuni.

grafico con l'andamento storico della capitalizzazione complessiva di tutti gli ETF
Fonte: Statista.com

L’ETF più famoso in assoluto è indubbiamente SPY, un fondo che traccia proprio la performance dello Standard & Poor’s 500. Dal suo lancio nel 1993, il fondo ha ottenuto una performance superiore al 850% senza considerare i dividendi staccati agli investitori.

La gestione più indicata per investimenti di questo tipo è un piano di accumulo. Di mese in mese si può accantonare una parte dei propri risparmi e investirla in ETF, una strategia che minimizza il tempo da dedicare ai propri investimenti e al tempo stesso massimizza il ritorno di lungo termine. Statisticamente, infatti, il mercato batte oltre il 90% dei fondi a gestione attiva.2

ETF da conoscere: i più famosi

Per iniziare a navigare il mondo degli ETF è indubbiamente utile conoscere i principali fondi quotati in Borsa. Alcuni di questi sono famosi per la loro capitalizzazione, altri perché ritornano spesso nei titoli dei quotidiani finanziari. Di seguito riportiamo una lista, in nessun ordine particolare, degli ETF che un investitore dovrebbe conoscere:

  • SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY) – Il fondo più conosciuto e liquido a replicare l’indice Standard & Poor’s 500;
  • Invesco QQQ Trust Series 1 (QQQ) – L’ETF principale che replica l’indice Nasdaq 100, molto apprezzato da chi investe su titoli tech;
  • Vanguard LifeStrategy® 80% Equity Fund – Un fondo che investe l’80% del suo patrimonio su un elenco molto diversificato di titoli azionari e il restante 20% su un portafoglio di obbligazioni altrettanto diversificato, ideale come “prodotto unico” con cui creare un piano di accumulo;
  • ARK Innovation ETF (ARKK) – Fondo a gestione attiva guidato dalla celebre Cathie Woods, con una forte propensione per investimenti molto rischiosi in piccole società ad alto potenziale di crescita;
  • Vanguard Total Bond Market ETF (BND) – Il fondo più diversificato per investire sul mercato obbligazionario, nonché il più capitalizzato in assoluto tra gli ETF obbligazionari.

Tutti questi ETF, insieme a molti altri, sono acquistabili senza commissioni su eToro. Grazie alla funzionalità RealStock, questo broker permette facilmente di comprare titoli azionari e quote di fondi senza alcun costo di intermediazione. Attraverso i CFD sugli ETF, inoltre, offre anche la possibilità di esporsi all’andamento di questi fondi con la leva finanziaria.

FAQ

Quanti ETF esistono al mondo?

Il dato più aggiornato disponibile è quello di fine 2021: alla chiusura dell’anno gli ETF esistenti erano oltre 8.500.

Qual è stato il primo ETF in assoluto?

Il primo ETF in assoluto è stato lanciato nel 1990 dal Toronto Stock Exchange. Si trattava di un fondo che replicava l’andamento del principale indice di Borsa canadese, composto dalle 35 società più capitalizzate del paese.

Qual è il miglior ETF per investire sugli immobili?

Il fondo Schwab US REITs ETF è ottimo per chi desidera investire sul mercato immobiliare sfruttando i vantaggi degli strumenti quotati in Borsa. Si tratta di un fondo che investe in tutti i REITs americani, cioè le aziende specializzate in investimenti immobiliari a vario titolo.

Perché gli ETF hanno costi così bassi?

Rispetto ai fondi attivi, gli ETF hanno costi molto bassi perché i gestori devono limitarsi a replicare un indice e non tentare di batterlo. Con i sistemi informatici di cui si dispone oggi, pressoché l’intera gestione dei fondi passivi è totalmente automatica.

Fonti e bibliografia

  1. SEC, 17 CFR Parti 210, 232, 239, 270, and 274 [Release Nos. 33-10695; IC-33646; File No. S7-15-18]
  2. Ikenberry, David & Shockley, Richard & Womack, Kent. (1998). Why Active Fund Managers Often Underperform the S&P 500: The Impact of Size and Skewness. The Journal of Wealth Management. 1. 13-26. 10.3905/jwm.1998.13.
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alessandro

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