ETF Idrogeno: i migliori 5 su cui investire oggi

ETF Idrogeno: i migliori 5 su cui investire oggi

Gli ETF legati all’idrogeno sono un’interessante novità degli ultimi anni. Mano a mano che la tecnologia di produzione dell’idrogeno si affina, il prezzo diventa sempre più basso e questo combustibile diventa sempre più competitivo a livello economico. Stando a una ricerca di BloombergNEF, nel 2030 il prezzo dell’idrogeno green sarà paragonabile a quello dei combustibili fossili. Si tratta dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, da non confondere con l’idrogeno “blu” prodotto dal gas naturale.

Un ETF legato all’idrogeno può servire a una doppia funzione nel nostro portafoglio di investimenti. Da una parte ci espone a un settore in forte crescita, con grande potenziale per il futuro; dall’altra parte fa in modo che il nostro capitale abbia un impatto concreto sulla transizione energetica.

Per questo motivo abbiamo analizzato e raccolto i migliori ETF con esposizione al mercato dell’idrogeno, che ora presenteremo. Questi non sono consigli finanziari, ma il frutto di una ricerca di mercato approfondita che rispecchia le idee della nostra redazione. Noi stessi abbiamo investito su questo settore, usando eToro per approfittare della possibilità di investire in ETF senza commissioni.

guida ai migliori etf idrogeno con presentazione specifica di ciascuno
L’idrogeno è uno dei settori più promettenti della transizione ecologica

L&G Hydrogen Economy UCITS ETF

  • ISIN: IE00BMYDM794
  • Valuta: EUR
  • Spese annue: 0.49%

In cima alla nostra lista troviamo un ETF molto diversificato, che investe su tutta la filiera dell’idrogeno. Il fondo è strutturato in modo da replicare l’indice Solactive Hydrogen Economy Index NTR, con replica fisica. Il vantaggio di questo strumento è che ci permette di ottenere esposizione a tutte le nicchie interne al mercato dell’idrogeno: elettrolizzatori, celle a combustibile, veicoli a idrogeno e altro ancora.

Al momento le tre società più rappresentate nel patrimonio di questo ETF sono Xcel Energy, Hyzon Motors e Toyota. Come tutti i fondi presenti in questa lista, è al 100% azionario. Rispetto ad altri fondi che investono solo sulle società connesse esclusivamente al settore dell’idrogeno, però, abbraccia un numero di titoli maggiori. In questo modo rientrano nel fondo anche aziende molto capitalizzate, abbassandone il rischio e la volatilità.

Le spese annue sono moderate, elemento sempre apprezzato, e anche a livello geografico otteniamo un’ampia esposizione sia a mercati sviluppati che emergenti. Meno del 30% del patrimonio del fondo è attualmente investito in titoli americani, al primo posto dei paesi rappresentati; seguono Giappone, Germania e Francia.

Defiance Next Gen H2 ETF 

  • ISIN: US26922B6002
  • Valuta: USD
  • Spese annue: 0.3%

Questo non è un ETF armonizzato, come puoi notare dall’assenza della sigla “UCITS” nel nome. Tuttavia si tratta di un fondo molto interessante, a partire dal fatto che è il più verticale sul settore dell’idrogeno. Infatti il fondo investe soltanto su società che derivano almeno il 50% del proprio fatturato direttamente dalla vendita di idrogeno o prodotti associati.

In questo momento le tre società più rappresentate sono Plug Power, Bloom Energy e Ballard Power Systems. Già da questo elenco notiamo che il portafoglio è costruito diversamente da quello del fondo precedente. Sono società mediamente più piccole e più giovani. Aziende in gran parte non ancora profittevoli, ma all’avanguardia tecnologica nello sviluppo di motori a idrogeno, celle a combustibile e elettrolizzatori.

Il fondo è stato lanciato a settembre 2021, per cui non ha ancora tanti anni di storico alle spalle. Tuttavia, nel momento in cui scriviamo, ha già superato i 60 milioni di dollari di patrimonio. La società che gestisce l’ETF, Defiance, lo definisce un modo per investire su “un’opportunità da 11 triliardi di dollari”. Una stima forse ottimista, ma che ci fa capire quanto sia ancora ridotto il mercato dell’idrogeno rispetto al suo potenziale futuro.

etf idrogeno differenza tra ucits e non ucits
Gli ETF armonizzati godono di una tassazione privilegiata rispetto a quelli non armonizzati

Global X Hydrogen UCITS ETF Acc

  • ISIN: IE0002RPS3K2
  • Valuta: USD
  • Spese annue: 0.50%

Questo ETF traccia la performance dell’indice Solactive Global Hydrogen Index ed è specificamente pensato per investire sul mercato dell’idrogeno. Questo include sia le società che sviluppano modi per produrre idrogeno a prezzi bassi, sia società interessate nel suo impiego come combustibile. Le tre aziende più rappresentate all’interno del fondo le abbiamo già ritrovate in quasi tutti gli altri: Bloom Energy, Plug Power e Ballard Power Systems.

Il modo in cui è costruito l’indice replicato dal fondo è particolare. Ogni società è pesata sia in base alla sua capitalizzazione, sia in base alla quantità di fatturato che proviene da prodotti correlati all’idrogeno. In questo modo fanno parte del patrimonio dell’ETF anche aziende come Toyota e Linde, ma con un peso ridotto.

Le società presenti all’interno del fondo non sono molte, ma abbastanza per avere una buona diversificazione geografica e tecnologica. Le spese annue sono anche relativamente contenute, per quanto gli ETF settoriali siano sempre un po’più cari di quelli che tracciano indici più grandi come lo S&P 500.Oltre il 60% del patrimonio del fondo è distribuito tra azioni americane e canadesi, ma Europa e Asia sono comunque rappresentate.

VanEck Hydrogen Economy UCITS ETF

  • ISIN: IE00BMDH1538
  • Valuta: EUR
  • Spese annue: 0.55%

Altro ETF molto verticale che si concentra sulle aziende che hanno un business esposto in gran parte al mercato dell’idrogeno. Anche in questo caso c’è un requisito: almeno il 50% del fatturato dev’essere prodotto dall’attività nel mercato dell’idrogeno. Le società devono anche rispettare requisiti di capitalizzazione (almeno 150 milioni di dollari) e di volume, che non può essere inferiore alle 250.000 azioni scambiate ogni mese.

Le società più rappresentate nel fondo al momento sono Plug Power, Air Liquide Sa e Air Products & Chemicals. Nel complesso, le 10 società più rappresentate nel fondo compongono oltre l’80% del suo patrimonio. Il numero totale di azioni in possesso del fondo è invece 25. Questo significa che saremo esposti a un numero ristretto di aziende, limitando il vantaggio della diversificazione che gli ETF offrono.

Dall’altra parte, il livello di diversificazione geografica è interessante. Il 35% del capitale del fondo è investito negli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito (19%) e Francia (10%). L’ETF VanEck Hydrogen Economy segue una politica di reinvestimento dei dividendi, anche se passerà tempo prima che queste giovani società possano staccarne.

La filosofia di questo ETF è molto simile a quella del Defiance Next Gen H2, con una grande differenza. Si tratta di un prodotto armonizzato UCITS e questo ci offre degli interessanti benefici dal punto di vista fiscale.

iShares Global Clean Energy UCITS ETF USD

  • ISIN: IE00B1XNHC34
  • Valuta: USD
  • Spese annue: 0.65%

Cambiamo completamente approccio rispetto agli ultimi due ETF che abbiamo presentato, passando all’iShares Global Clean Energy. Con oltre 6 miliardi di dollari di attivi netti nel momento in cui scriviamo l’articolo, è indubbiamente l’ETF più conosciuto nel settore dell’energia pulita. Anche se non riunisce soltanto società correlate al mercato dell’idrogeno, questo mercato fa parte di quelli in cui il fondo investe.

L’obiettivo di questo ETF è strutturare un prodotto che permetta agli investitori di diversificare su tutta la green economy. Questo significa produttori di energia rinnovabile, società che vendono celle a combustibile a idrogeno, elettrolizzatori, veicoli elettrici o veicoli a idrogeno. Per questo motivo è estremamente diversificato sia da un punto di vista azionario che geografico e tecnologico.

Se prendiamo in esame le tre società più rappresentate nel patrimonio del fondo, scopriamo che queste sono Enphase Energy, Vestas Wind Systems e Consolidated Edison. Fin qui nessuna società specializzata nel mercato dell’idrogeno, ma se espandiamo la ricerca ai dieci titoli più presenti nel fondo la situazione cambia. In questo caso incontriamo Orsted, Plug Power e Iberdrola, tre società che stanno puntando moltissimo proprio su questa nuova frontiera dei combustibili a basso impatto ambientale.

Diversificare su tutto il mondo dell’energia pulita, anziché concentrarsi soltanto sull’idrogeno, può essere una buona idea. Mentre le batterie al litio sono già una soluzione su scala commerciale per le automobili e i pannelli fotovoltaici sono già competitivi per il prezzo a cui producono energia, la sostenibilità economica dell’idrogeno è un risultato non ancora ottenuto. Puntare su diverse tecnologie ci permette di essere più tranquilli di fronte a qualunque cambiamento di equilibri nel mondo dell’energia pulita.

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Perché investire in ETF sull’idrogeno?

Gli ETF che tracciano il settore dell’idrogeno, per lo meno quelli armonizzati UCITS, sono ancora pochi. Tuttavia, visto il loro patrimonio, si può dire che gli investitori siano già interessati a questi prodotti. Sicuramente la transizione energetica è uno dei temi che rimarranno a lungo in cima alla lista di priorità economiche e ecologiche della società in cui viviamo. Alcune soluzioni, come l’energia rinnovabile e i veicoli elettrici, hanno già trovato il loro mercato. Per l’idrogeno, questo è un processo ancora in corso.

caratteristiche del mercato dell'idrogeno
Il mercato dell’idrogeno è molto dinamico, ma ancora piccolo rispetto al suo potenziale

Ciò che sappiamo è che esiste il potenziale per rendere questo gas una forma di combustibile economicamente conveniente. E possiamo prevedere che, se così fosse, il valore dei titoli correlati ne beneficerebbe molto. Al momento la maggior parte delle azioni del settore sono penalizzate proprio da questo; il fatto di non riuscire a produrre un utile netto allontana gli investitori.

In questi casi è importante adottare un orizzonte di lungo termine se si intende davvero investire sul settore. Bisogna essere pronti a considerare che ci vorranno anni prima che l’idrogeno diventi un combustibile conveniente e impiegato su larga scala. Per questo vediamo alcune società ancora piccole in termini di fatturato avere già una capitalizzazione superiore al miliardo di dollari. I mercati scontano le alte potenzialità di questo mercato, che in futuro potrebbe assumere dimensioni triliardarie.

Grazie agli ETF, poi, diversificare l’investimento è facile e richiede poco capitale. Per cui possiamo aggiungere dell’esposizione al settore dell’idrogeno al nostro portafoglio, con bassi costi e poche transazioni. Questo processo è ulteriormente favorito da broker come XTB (clicca qui per provarlo gratis), che ci permettono di investire in ETF senza commissioni.

Fattori da considerare

Dal momento che l’idrogeno ha un mercato ancora piccolo, è importante tenere in considerazione che gran parte della valutazione delle società del settore è data dalle aspettative del mercato. Se questa tecnologia fosse destinata a non decollare, magari per lo sviluppo di soluzioni alternative più convenienti, sarebbe un duro colpo per i titoli. Al momento le infrastrutture connesse alla produzione dell’idrogeno e i veicoli a idrogeno sono ancora pochi, per cui una tecnologia alternativa potrebbe guadagnare rapidamente quote di mercato.

Lo stesso vale per il prezzo di produzione dell’idrogeno. Le attese sono ottimiste, e ci si aspetta che questo sia destinato a calare nel tempo. In questo modo l’idrogeno potrebbe rivaleggiare i costi dei combustibili fossili: se dovesse accadere, per il settore sarebbe una vera svolta.

Al momento, quindi, ci troviamo in una situazione particolare. Se l’idrogeno dovesse affossarsi come tecnologia, sarebbe ingiustificabile la capitalizzazione di società come Plug Power o PowerCell rispetto ai fondamentali di bilancio; se invece dovesse decollare, improvvisamente questi titoli risulterebbero molto sottocapitalizzati rispetto al loro potenziale per il futuro.

Sta a te decidere quanto credi in questa tecnologia, in base alle informazioni di cui disponi. Sicuramente gli investimenti in ETF legati all’idrogeno sono volatili e pionieristici, ma rischi e rendimenti sono sempre proporzionali nei mercati finanziari.

Conclusioni

In conclusione, gli ETF legati al settore dell’idrogeno sono un’opportunità concreta per investitori che hanno interesse a esporsi a una tecnologia che ha un grande potenziale a lungo termine. Dall’altra parte bisogna essere consapevoli che le società del settore sono molto giovani e, per quanto promettenti, ci vorranno anni per capire quale ruolo avrà davvero l’idrogeno nell’economia green che stiamo plasmando.

In particolare, l’idrogeno verde con la sua elevata sostenibilità ambientale è la frontiera verso cui guardare. Nell’arco dei prossimi 10 anni ci si aspetta che il suo costo arrivi a pareggiare quello di fonti equivalenti di combustibili fossili, ma sappiamo quanto sia imprevedibile il ritmo dell’innovazione. Alcuni trend, come gli smartphone, hanno preso piede in pochi anni; altri, come la stampa 3D, hanno trovato una loro dimensione ma molto lontana da un’adozione su scala.

Qualunque sia il risultato di questo processo evolutivo, gli ETF rimangono strumenti particolarmente adatti per investire su questo mercato. Proprio in virtù dell’alta concentrazione di società che sfruttano tecnologie diverse e operano in punti diversi della filiera, diversificare il più possibile il portafoglio è una buona strategia per far fronte all’incertezza tecnologica. Il nostro consiglio è di farlo usando eToro -clicca qui per registrarti-, in modo da avere a disposizione centinaia di ETF negoziabili senza commissioni, sia legati all’idrogeno che a qualsiasi altro indice o settore.

FAQ

Qual è l’ETF più diversificato sull’idrogeno?

L’ETF L&G Hydrogen Economy UCITS è quello che ti permette di ottenere la maggior diversificazione in termini di aziende e aree geografiche, soprattutto tra quelli armonizzati.

Quale ETF è più specifico per l’idrogeno?

Il VanEck Hydrogen Economy UCITS ETF è un fondo che investe solo su società che derivano almeno il 50% del loro fatturato dal mercato dell’idrogeno. Per questo motivo si tratta di un ETF estremamente verticale con cui investire sull’economia dell’idrogeno.

Meglio investire sull’idrogeno tramite ETF o azioni?

Gli ETF ti permettono di diversificare più facilmente il tuo investimento, il che risulta particolarmente conveniente in un settore ricco di tecnologie contrapposte e mercati di sbocco come la filiera dell’idrogeno.

L’idrogeno è un buon investimento?

L’idrogeno è un investimento ad alto potenziale, trattandosi di un combustibile che potrebbe rivaleggiare il prezzo di quelli fossili ma senza emissioni inquinanti. Il problema è solo la riduzione dei costi di produzione, su cui le aziende stanno già facendo passi da gigante.

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alessandro

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